Il 2025 si apre subito con delle novità molto importanti in tema di trattamento delle acque reflue da fonti urbane e industriali. La Direttiva UE 2024/3019 rappresenta infatti un’importante revisione della storica Direttiva Acque (Dir. 91/271/CEE), il cui scopo era proteggere l’ambiente dalle ripercussioni negative provocate dagli scarichi di acque reflue da fonti urbane e specifici settori industriali.
Nel 2019, la Commissione Europea ha redatto una valutazione in cui si evidenziava come la vecchia Direttiva Acque fosse stata efficace nel ridurre l’inquinamento idrico e migliorare il trattamento degli scarichi. Tuttavia, in sede di valutazione, era stata anche sottolineata la presenza di nuove forme di inquinamento non ancora adeguatamente affrontate dalle normative vigenti. Tra queste, l’inquinamento provocato da agglomerati urbani più piccoli e i microinquinanti.
La nuova direttiva ha un impatto immediato innanzitutto sui piccoli comuni. L’aggiornamento della Direttiva Acque, infatti, obbliga ora tutti gli agglomerati con una popolazione compresa tra 1.000 e 2.000 abitanti a fornirsi di rete fognaria e a rimuovere la materia organica dagli scarichi prima della loro immissione nell’ambiente tramite processi secondari.
Le novità riguardano però anche gli insediamenti più popolosi. Per quanto concerne gli agglomerati di dimensioni maggiori, la direttiva impone che gli impianti di trattamento a servizio di città con più di 150.000 abitanti realizzino trattamenti terziari per la rimozione di azoto e fosforo e trattamenti quaternari per la rimozione dei microinquinanti.
L’aggiornamento della Direttiva Acque si muove inoltre nella riduzione dei gas serra, imponendo che entro il 2045 gli impianti che trattano un carico superiore ai 10.000 abitanti, sfruttino fonti energetiche rinnovabili generate dagli impianti stessi.
Secondo il principio generale “chi inquina paga”, la direttiva ha una diretta ricaduta sui produttori di farmaci e cosmetici. Essendo tali aziende riconosciute come principale fonte di microinquinanti, queste dovranno contribuire almeno per l’80% ai costi aggiuntivi per la realizzazione dei trattamenti quaternari.
Numerosi sono gli impianti realizzati da Depureco durante la sua cinquantennale esperienza per Comuni, Aziende Sanitarie Locali, medie e grandi comunità.
L’azienda è attiva nel campo del trattamento degli scarichi civili con impianti completi di grigliatura automatica, dissabbiatura e disoleazione, sedimentazione primaria, ossidazione a fanghi attivi e sedimentazione secondaria, disinfezione e trattamento terziario per la rimozione di fosforo e azoto, nonché disidratazione dei fanghi. Offrendo un così ampio spettro di servizi, Depureco è partner ideale per aiutare tutte le realtà coinvolte dalla Direttiva UE 2024/3019 negli adempimenti e negli aggiornamenti dei propri impianti.
Depureco può far fronte a tutte le fasi di realizzazione di un impianto di depurazione su misura e chiavi in mano, sulla base di esigenze specifiche del cliente. Questo si concretizza in interventi che includono:
- sopralluoghi tecnici per l’individuazione del problema e raccolta dati;
- prelievi degli scarichi con conseguenti analisi chimiche e batteriologiche;
- simulazione e prove di processo del trattamento individuato;
- progettazione preventiva ed esecutiva dell’impianto;
- installazione dell’impianto;
- avviamento ed esercizio con addestramento del personale addetto alla conduzione dell’impianto.
L’azienda è da sempre attenta alla gestione della risorsa idrica durante il suo ciclo depurativo, affinchè non sia un mero scarto, ma un valore, il valore acqua! Contattaci per una consulenza personalizzata e per parlare con un esperto Depureco. Da 50 anni al servizio della comunità.
